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COMPRENDERE POETICAMENTE

Figura dell’immaginario

La comprensione è forse il massimo scacco del nostro esserci, del nostro essere insieme che non può che essere così. La figura irriducibile dell’altro sempre lontano, dell’altrove sempre presente come una filigrana al tempo stesso insostenibile e inestimabile, fonte sovrana della nostra più profonda melanconia. L’insuccesso ad essere tutt’uno anche con il semplice intorno che ci raccoglie e talora ci accasa, se non per rapidi e fuggevoli incanti, è forse la nostra cifra.
Non poter cogliere appieno ciò che s’approssima o che approssimiamo, la sua separatezza, sopportare il nostro ineludibile imporci al tutto avvertendo la lacerazione di quel tessuto che originariamente ci deve aver compreso è la condizione da cui si prova, istintivamente, compulsivamente, e comunque votati al naufragio, a ricercare il legame perduto. Questo movimento verso l’altro, che ha sede prima che in ogni altro luogo nella nostra rappresentazione e immaginazione, lo chiamiamo comprendere.

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