La vivibilità di questa città è in stretta dipendenza dalla qualità delle relazioni che si riuscirà ad instaurarvi nei prossimi 5 anni
Dopo i due incontri iniziali e aver assunto le idee che provengono dal programma di costituzione dell’associazione APPELLO PER LECCO, poniamo alcune riflessioni sul tema della cultura, dell’arte come motore di trasformazione sociale responsabile, della identità antropologica e del contesto naturale (il tema della montagna e dei bacini e corsi d’acqua), segnalando proposte soprattutto sul tema dell’espressività delle marginalità (siano esse del disagio e delle disabilità) che delle culture dei migranti.
Il tema delle parità di accesso e di espressione ci sta particolarmente a cuore.
Il tema della valorizzazione degli spazi, anche quelli non convenzionali o che di primo acchito, non ci sognerebbe di mettere nella lista dei “cantieri” di produzione e fruizione culturali…insomma lo sguardo sulla città e sull’ambiente che la circonda svelato attraverso una lettura simbolica delle forme e della memoria che questi luoghi rappresentano.
Dunque dell’arte come modalità di partecipazione collettiva alla produzione di senso, condivisa, con una sottolineatura sulla “cifra” della contemporaneità, volta a reinventare ruoli e funzioni della produzione culturale in un luogo che forse ne ha dimenticato, o peggio si è fatto in disparte, lasciando giocare altri attori e territori.
Fatta questa premessa, ci associamo a chi ha detto che forse non c’è da inventare nulla, ma di prendere esempio dalle buone pratiche, e soprattutto:
1) tirare fuori dai cassetti alcuni progetti di sistema che dormono, non sono stati bene interpretati, o semplicemente non hanno avuto diffusione:
mi riferisco ai progetti:
a) dell’ecomuseo (le preziose linee guida ed elaborazioni del consulente Aster)
b)lo studio di prefattibilità del piano strategico di Lecco del centro impresa Lecco..”progettare il futuro”, l’esempio delle 5 T (Talenti, tecnologia, tempo libero, tolleranza, tensione 1)
c)La foresta del Ferro proposta dall’equipe di Total Tool
d)Genti in viaggio – Barro Montagna delle Genti che rappresenta un’iniziativa emblematica di messa a sistema di reti associative e istituzionali attraverso la tematica dell’arte motore di trasformazione sociale.
2) valorizzare aree di memoria e di identità
proposta di sottoporre a vincoli dei beni culturali (come aggiunta a quelli di azzonamento per produzione industriale) le aree del Caleotto , del Garabuso (e in aggiunta anche quella della File), uniche nel loro genere a livello nazionale, per costruire luoghi di produzione culturale ed artistica che valorizzino e creino quella rete dei saperi, anche qui unica , del ferro e dell’acciaio ( progetto Foresta del ferro, e vedi collegamento con Biella con la filiera del tessile )
3)Ruolo del terzo settore in primis nello sviluppo della nostra comunità.
I primi incontri sono stati fatti nella sede del Solevol, in uno dei luoghi della costruzione del bene comune del ns territorio e della nostra comunità.
Il terzo settore deve poter portare le sue istanze sui tavoli di pianificazione strategica territoriale: sviluppare quello della progettazione in ambito dei servizi sociali, ma entrare anche su quelli dell’economia, della mobilità, del turismo. Il welfare del ns territorio deve essere guidato verso meccanismi di partecipazione e di operatività economica del terzo settore, l’unico che può, in maniera disinteressata sviluppare il bene comune di un territorio e dare un contributo alla costruzione di scenari di sviluppo condivisi, sostenibili dal punto di vista sociale ed ambientale.
4) cultura ed identità : la montagna come comunità e come produttrice di senso della ns comunità, può essere uno dei fari del ns territorio.
le aziende della montagna e le associazioni di alpinismo e di tutela naturalistica, assieme alle componenti del terzo settore possono rappresentare un sorta di Marca territoriale.
a) formare un cluster di aziende che lavorano con e sulla montagna e di prodotti per la montagna e fornire progetti che integrino creatività, arte e produzioni ecosostenibili.
b) creare un network con aziende del settore a livello internazionale con cui confrontarsi sui temi della eco sostenibilità e della RSI e della creatività
c) istituire , un premio internazionale etica ed estetica proposto da una commissione del terzo settore (novità assoluta) con lo scopo di far emergere e mettere a sistema le buone pratiche della RSI territoriali
d) promuovere convegnistica a livello internazionale e mostre sui temi di cui sopra che richiami le persone che nel mondo della montagna e della sua industria sono più attenti e sensibili a questi nuove tendenze
e) Allargare gli ambiti: cercare il confronto anche con i mondi dell’ambiente e dell’arte dell’ambiente. È da ricercare il collegamento ad altre istituzioni ed aree che a livello europeo stanno lavorando sui temi della salvaguardia dell’ambiente montano
f) supportare le iniziative di promozione degli archivi (vedi Modisca), iniziative sportive collaterali e collegate come spirito alle precedenti
g) sviluppare e promuovere iniziative d’arte e cultura della montagna : vedi suoni delle dolomiti, Barro montagna delle Genti,
Parola d’ordine: Lecco di nuovo capitale internazionale “morale” dell’alpinismo e della montagna
5) new deal della cultura:
ri-animare valorizzando le risorse locali collegando competenze e vissuti trasversali a diverse settori e discipline
collegarsi a centri di produzione nazionali ed internazionali,
valorizzare spazi informali e ottimizzare quelli istituzionali (completando le carenze infrastrutturali di base)
creazione di nuovi centri di produzione artistica coinvolgendo
identificare e valorizzare le marche territoriali
non possiamo fare ancora la banale lista della spesa indifferenziata (..il palazzetto , l’isola Viscontea..). Deve essere invece essere fatta un’analisi seria sulle infrastrutture della cultura differenziando ruoli e situazioni di depositi e magazzini dell’arte e della cultura, i luoghi della partecipazione, i luoghi della produzione.
Sono i bisogni e le opzioni di crescita del tessuto sociale, culturale, dell’arte dell’economia, e a creare le necessità di configurazione degli spazi .
Senza una visione del fine non si può partire a stabilire a lista.
Partire dal fondo del problema non si cava nulla.
Anzi deve essere criticato aspramente il metodo fin qui tenuto dalle amministrazioni. Piuttosto che fare a vanvera (vedi museo d’arte contemporanea che costerà sia in edificazione che manutenzione) bisogna capire qual è la strategia dello sviluppo culturale nei prossimi 10 – 20 anni.
Basterebbe capire cosa è successo nella città gemellata di Maçon egli ultimi 20 anni e paragonarla a Lecco, per capire, anche attraverso le buone pratiche del confronto, che dovrebbero animare i gemellaggi (se no servono solo a organizzare mangiate) quali possibilità ci siamo persi nella valorizzazione di cultura e territorio.
La proposta dovrà anche tenere presente la valorizzazione di spazi anche non convenzionali, assieme a proposte di messa a sistema delle tante eccellenze che questo territorio possiede. Vedi ad esempio quello di costruire una Cittadellarte nel Garabuso, dove potrebbero trovare spazio parecchi progetti anche legati alla memoria del ferro.
Di Territorio si parla perché lecco è parte di un territorio: anche le partecipazioni al Consorzio del parco monte barro ed alla Comunità montana devono trovare spunto di rilancio e di collegamento ad una visione collaborativa.
6) la pianificazione strategica economica della città nel territorio, il ruolo di Lecco nell’Expo 2015 :
ridiscutere il piano di sviluppo del territorio proposto dalla CCIAA, dove il benessere della nostra comunità viene derivato soprattutto da una migliore mobilità???
Alla povertà di contenuti e proposte, ma soprattutto per i modelli di sviluppo proposti vedi sopra ai progetti del punto 1, per una visione integrata, e soprattutto partecipata.
Ci sono oltre 200 mio di € allocati in una trentina di capitoli. Parecchi di questi vanno riletti, discussi, condivisi alla luce di una diversa visione.
L’expo 2015 deve essere un occasione per farlo diventare l’occasione per sviluppare i luoghi del bene comune: i tavoli della cultura e del terzo settore soprattutto devono giocare un ruolo anche nella nostra città
Primi firmatari
Angelo Riva (presid. CRAMS)
Lara Elli (Robindart Factory)
Ruggero Meles (Modisca)
Cesare Perego (ex presid. Comunità Montana Lario Occidentale)
Ivan Sirtori (Robindart Factory)
Uberto Pozzoli ( Istituto Medea - La Nostra Famiglia)
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