Vedo un futuro fatto di attimi presenti. Dove le persone si muovono con il senso del ritmo, del passo, sintone con le cose che accadono dentro e attorno, capaci di accogliere ciò che si manifesta così come è.
Vedo l’arte diventare vita quotidiana, “Vivir es una obra maestra” ci ricorda Eielson; un concetto così rischioso, così carico di potenza viva e saggezza, pronunciato da una persona che ha trasformato realmente la propria vita in un’opera d’arte continua, fatta di gesti comuni, di invenzioni, di gioco, di incontri, di scambi, di creazioni, di flussi di coscienza in continuo rinnovamento.
Vedo scomparire le professioni, il lavoro, il fare condizionato, imbrigliato dentro le gabbie strettissime delle logiche economiche, politiche e sociali. Un fare ripetitivo, produttivo, reattivo. E vedo al suo posto rinascere la vitalità spontanea e creativa degli esseri veramente umani, veramente creatori, veramente divini, veramente artistici.
Vedo l’arte prendere così il posto di ogni cosa, venendo a coincidere con la vita stessa: un fare continuamente nuovo, adagiato nel flusso delle cose vive, capace di trasformare la realtà “in un mantello di velluto”, in solidificazioni bellissime della gioia. La gioia stessa del vivere, dell’esserci, del partecipare alla manifestazione, alla realtà in ascesa repentina.
Vedo persone vive, pacifiche, cooperative, amanti della vita stessa.
Vedo persone capaci di amare, espressione spontanea del loro essere al mondo.
Ivan
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