Crescere fa parte del destino di ogni essere vivente, ma spesso le persone incontrano ostacoli che rallentano o interrompono lo sviluppo verso la maturazione. Maturare significa “diventare ciò che si è”, attraverso un percorso che conduce ad un sempre miglior stato di ben-essere. Ben-essere come: star bene nel proprio corpo, con le proprie emozioni, con le persone che si frequentano, nell’ambiente in cui si vive.
Espressività e consapevolezza possono essere considerate le chiavi d’oro, preziose ed efficaci, che accompagnano verso le porte della crescita, nella direzione più autentica e naturale, che corrisponde alle proprie attitudini e risorse.
Valorizzare l’espressività significa far fluire liberamente e opportunamente “da dentro a fuori” le nostre spinte interne. Far emergere così ciò che in noi è unico e specifico, liberando il nostro “modo di essere al mondo”, il solo nel quale possiamo realmente stare a nostro agio, sino a poter sentire: “io sono così, parlo così, penso così, agisco così, sento così, questo sono realmente io”.
Valorizzare la consapevolezza invece, permette di entrare sempre più in contatto con quello che noi siamo realmente (sensazioni del corpo, emozioni, immaginazioni, pensieri). Significa dunque “conoscersi” attraverso la propria personale esperienza, liberi dai filtri e dalle mediazioni della cultura, dell’educazione, dei pregiudizi, delle teorie, delle opinioni.
E’ ben noto, sia alle tradizioni spirituali più antiche, sia alla moderna psicologia, che è realmente possibile un’esperienza diretta di sé stessi. Si tratta di una conoscenza coltivabile attraverso molte pratiche differenti, ma tutte rivolte a rendere più diretto, vivo e intenso, il rapporto che l’essere umano ha con sé stesso, liberando gradualmente la propria autenticità e permettendo al destino di maturare naturalmente.
La consapevolezza rende più viva e fluida la propria espressività e l’espressività intensifica l’esperienza di sé stessi, rendendoci più consapevoli.
Ecco che le due chiavi d’oro, coltivate insieme e intrecciate fra loro, possono moltiplicare i frutti della propria ricerca.
Ivan
Posso raccontare e "mimare"il segreto che si è
RispondiEliminarivelato in "quel lungo momento".
Concretamente, come qualcosa che si può toccare,
,mi aspetto che questa "nuova" Realtà si esaurisca, ma nel frattempo prosegue, con il cuore aperto,attenta a ciò che sento perchè ogni istante,come se fosse scelto, accada senza impantanarmi..
La necessità di esprimere l esperienza che mi ha
attraversata,come ricordo che prende vita nel momento presente ....è un ricordo di adesso ,
è un "potere" di adesso.
Più ogni attimo è in ogni attimo , come margherite infilate per una corona,più lo spazio creato da quel lungo momento ,in cui sono stata "rasa al suolo",arsa,svuotata,è PRESENTE.
Ora c'è posto per ciò che è.
Il" posto" in cui essere si riversa in essere,
in cui il"nuovo "essere,ciò che è Vero, trova spazio per esprimersi.
Fatto,esperienza che ha trasformato ,non c'è stato il voler morire per il dolore o la paura della morte,perchè la morte era in atto.
L'abbandono mi ha attraversata.
Ancora ora ,seduta su una sedia sorrido,aspetto ogni istante vivendo quello prima:
non ho più nulla da perdere
non c'è più nulla da temere.
Passato e futuro si annullano nell' adesso.
Ripensare che non è ripensare
risentire che non è risentire
, è stata morte ,che è vita...
adesso meravigliata,
ritrovarmi costantemente con la forma del momento così come è.
Il segreto che zampilla ,è che la vita è morire prima di morire.
Non ho più nulla da perdere,
non c'è più nulla da temere.
Marusca