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DOMINIQUE, IL FAGGIO




















Gregor, Rebecca, vi presento Dominique
Un faggio grande e antico che da cent’anni vive
in cima al colle di Sirone, custode silenzioso a Villa Arbusta
Oramai per il papà un caro amico

Un bel giorno passeggiavo lì intorno e mi ha chiamato
l’ho sentito sussurrare coi germogli di febbraio
lento lento mi sono avvicinato e l’ho guardato
Con la chioma fitta a forma di fiamma panciuta, puntata verso il cielo,
grande, forte, splendente, mi ha accarezzato

L’ho abbracciato prima piano, poi con forza
Il fusto rugoso e grigio luminoso, pulitissimo
come una pelle ben lavata dalla pioggia
ho annusato intensamente la sua scorza

Così gentile e generoso
Si lascia scalare in ogni direzione
E potrebbe ospitare innumerevoli persone
Un piccolo villaggio di scalatori innamorati

Innamorati sì, delle piante;
innamorati dei palazzi misteriosi
che si formano tra i loro rami

Ad ogni passo, verso l’alto mi appoggio sicuro alle sue braccia
Mi sento forte anch’io e gli voglio bene e il cuore si scalda e pulsa deciso
Un po’ tremo, di gioia, e mi commuovo

Il primo giorno sono arrivato fino alle sue gambe
Guardando in alto mi sembrava non finire più
Mi son fermato ad aspettare e poi sono salito

Il secondo giorno sono andato rapido come un ragno
E sicuro e deciso, tranquillo come a casa
Dalla cima il vento soffiava e il sole al tramonto arrossava
Ed io piangevo pensando a voi bimbi, come alberi che crescono sicuri
Nella terra ricca di tesori

Quando il sole è caldo nel cielo
Nella prima domenica di primavera
Vi porto a conoscere il mio amico
E staremo con lui fino a sera

Stanotte sognate i germogli freschissimi e verdi
Che crescono sulle dita di Dominique
Quando li vedrete rami forti e slanciati
Saprete il segreto del diventare grandi

Ivan Sirtori

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