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BARRO, MONTAGNA DELLE GENTI

Il Monte Barro è una piccola montagna di 922 m.. situata a sud di Lecco.
Tra le montagne che circondano Lecco e il suo territorio il Barro è sicuramente un dio minore. Non ha la maestosità del Resegone e nemmeno si alza verso il cielo con l’eleganza della Grigna Meridionale, potremmo definire il Barro un piccolo monte che lega i figli ai padri e il lago al cielo o anche una montagna adatta alla meditazione.
Il Barro è circondato da un territorio altamente antropizzato e i confini tra “domestico” e “selvatico” sono spesso confusi. Una ragnatela di sentieri disegna i suoi fianchi e, oltre all’Eremo e alle sedi del Parco Regionale del Monte Barro, anche numerose baite sono diventate luogo di convivialità.
Le case lo circondano e il monte sembra nascere dai tetti.
Gli anziani che abitano le sue pendici non colgono discontinuità nel passaggio dagli orti ai primi boschi di carpini e castagni mischiando sulla tavola il cibo degli uomini e quello selvatico, donato dalle divinità del luogo.
La posizione del Monte Barro, situato nel mezzo di una conca e circondato dai comuni di Lecco, Galbiate, Oggiono, Pescate, Valmadrera, Civate, Malgrate, Garlate lo rende un palcoscenico naturale in grado di ospitare eventi visibili alla platea di centomila abitanti che lo circondano. Un palcoscenico in grado di ospitare teatro, musica o una galleria d’arte a cielo aperto o ancora amplificare le voci di “saggi” e filosofi .
Un network di associazioni artistiche, culturali, in gran parte operanti nel terzo settore hanno dato il via a partire dal 2008 ad attività culturali che mirano a trasformare questa piccola montagna domestica in un luogo simbolo dove sperimentare la capacità dell’arte di essere un motore di trasformazione sociale responsabile, capace di favorire l’integrazione delle comunità che vivono alle sue pendici. La precoce vocazione industriale dell’area ha portato nel corso dei secoli scorsi ad una scarsa valorizzazione del territorio dal punto di vista paesaggistico.
Gli eventi artistici e culturali che vengono proposti sono pensati con l’intento di indurre gli abitanti a rivolgere uno sguardo nuovo al territorio, capace di ri/percepirne la bellezza e la capacità di essere “mediatori naturali” in grado di favorire la “conciliazione con sé stessi e con gli altri”.

Ruggero Meles

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